12 maggio 2010

definitivamente.


sono reduce da una doccia definitiva. non nel senso che puzzavo molto, o almeno non è quello il senso principale, ma proprio una doccia dove si definisce qualcosa. a dirla tutta io di docce definitive ne faccio spesso, come pure di addormentamenti e naturalmente di sedute biologiche. e durante questa doccia definitiva sono successe due cose che vale la pena raccontare. la prima è che ho usato un bagnoschiuma che ho rubato a casa, prima di partire. questo bagnoschiuma ha il flacone bianco e morbido, liscio. e su in cima al flacone c’è scritto dove e poco sotto qualcosa come pelle bellissima. io ovviamente quando l’ho rubato non lo sapevo che cos’era, e invece adesso mi ritrovo con un preparato miracoloso che fa avere la pelle bellissima. e lo vendono pure al supermercato. e mi è venuto in mente che per scriverci pelle bellissima loro devono fare degli studi, per dire la verità, perchè non possono dire pelle bellissima e poi invece è solo bella o peggio ancora è pelle apprezzabile o piacevole. cioè dev’essere pelle bellissima e proprio col superlativo assoluto sottoscritto dal padreterno (che è l’unico che può sottoscrivere un superlativo assoluto). insomma pensavo a questa cosa di rilevanza teologica, tra l’altro basata su qualcosa che di base non esiste, perchè solo forse c’è scritto pelle bellissima (molto più probabilmente c’è qualcosa tipo più delicata o profumatamente giovane, ma tanto per me vuol dire sempre femmina e quindi non lo compro), insomma mentre pensavo a questa cosa del padreterno e dei superlativi assoluti mi è venuta in mente la seconda cosa, lo zafferano.
che la settimana passata sono stato molto più altrove del solito, ma sempre in umbria. e in umbria ho incontrato silvana che è una signora che vive in un posto che non esiste e coltiva lo zafferano. un posto per esistere ha fondamentalmente bisogno di un percorso che permetta di raggiungerlo. e questo posto non ce l’ha. voglio dire ha una strada sì, piena di curve e che arriva da lontano, ma tu fondamentalmente in questo posto non ci arrivi. ti ci ritrovi.
e io mi ci ritrovo con antonio che quando siamo lì inizia ad assomigliare a benigni, mentre io mi arrogo il diritto di essere troisi.
e silvana ci racconta che lo zafferano è una cosa magica, che non si può spiegare, che c’è tanta storia e tanta teoria ma lo zafferano decide da sè. come guidato da logiche sue, divine, quasi irragionevoli. fondamentalmente basta piantarlo, e il posto dev’essere quello giusto. lì devi essere bravo perchè se lo pianti dove dici tu lui non diventa. e insomma una volta che lo hai piantato te lo dimentichi lì, anche sotto la neve, e quando è tempo te ne ricordi e vai a raccogliere i fiori che sono viola, o azzurri, o ciano (tanto per mettere in difficoltà anche l’immaginazione di chi ci vede bene). e quando vai a raccogliere i fiori ci devi perdere tutto il tempo del mondo perchè sono delicati e gli tiri via gli stimmi che sono rossi e non sono gialli come pensavo e poi una volta che li hai fatti anche tostare un pò, al punto giusto, li metti lì, in un barattolino. e una volta che li hai messi lì tu puoi considerare di avere lo zafferano e magari non lo sai, non te ne rendi conto, ma vale più dell’oro.
tutto il mondo intorno ha deciso che bisogna dare una data di scadenza alle cose e dice che lo zafferano scade dopo tre anni e invece silvana, che vive in un posto che non esiste, dice che lo zafferano non scade. che quando l’hai messo lì tu ce l’hai, vale più dell’oro, è magico, e tu puoi stare tranquillo. e ancora una volta te lo puoi dimenticare. e quindi passano i mesi che prepari pasta aglio olio e peperoncino e quando vai a prendere il peperoncino lo guardi, lo zafferano che è lì accanto, e non te ne curi molto. lui è lì e sai che poi quando ti serve lì lo trovi. e sembra che non ti serva mai, e quando lo usi e lo odori prendi solo pochissimi stimmi, tre a persona dice silvana. e passano le stagioni e lo zafferano non si arrabbia mai, continua a valere più dell’oro e continua ad essere magico e magari lo sposti pure per un trasloco, lo porti in uno scatolone, lo tieni da parte un sacco di tempo, lo perdi. ma se lo zafferano è quello vero, quello puro (nei supermercati generalmente, oltre ai bagnoschiuma pelle bellissima vendono solo bustine di curcuma e colori) lo zafferano più invecchia e meglio è. cioè tu puoi stare tranquillo che il profumo sarà sempre migliore, se lo zafferano è quello vero e puro e magico e quello che vale più dell’oro. che poi, pensavo sempre sotto la doccia, tutta sta storia per il profumo? che ci faccio io del profumo, dell’aroma? io ho fame! io uso bagnoschiuma per pelle bellissima! a che mi serve una cosa che la metto lì e quasi non me ne ricordo, né quando cresce né quando stagiona, che la vedo spesso ma quasi non me ne curo, che vive di vita propria, decide da sè, che come dice silvana è un mistero, che sta lì un’eternità e rimane lì e si fa forte, a che mi serve? poi ho ripensato a due o tre amici.

6 commenti :

boccaccino ha detto...

qualcuno denunci blogspot per i toni rossi delle foto. qualcuno di credibile intendo, io non posso...

mattia ha detto...

cioè tu te ne stai via per tanto tempo poi torni e scrive queste cose e poi io mi commuovo

boccaccino ha detto...

le rocce non piangono.

Unknown ha detto...

Qui è sempre tutto molto bello.

AntonioZag ha detto...

lo dici tu che non piangono...vedi Lourdes!

giudaballerino ha detto...

La prima volta che mi sono commosso è stato a 6 anni, al cinema, vedendo il finale di Pompieri. L'ultima oggi, leggendo questo post. Complimenti.