18 aprile 2010

lo spiazzo.


c’è questa zona che la chiamerei industriale, ma di industria c’è poco. diciamo che c’è molto spazio libero per costruirci e infatti ci stanno costruendo. non saprei come si chiama di preciso, questa zona, ma fondamentalmente è a quattro chilometri in bici da casa mia. che se fossero a piedi sarebbero almeno cinque o sei. chi va in macchina sicuramente direbbe che sono un paio. per me sono quattro e io sulla cartina seguo per teglholmens østkaj, ma giusto perchè l’alternativa, teglværsløbet, ha un nome che onestamente non ho capito nemmeno come si pensa.
e c’è il sole e io pedalo un pò controvento e mi avvicino solitario e lento al centro di questo grande spiazzo. mi fermo e mi guardo intorno riprendendo fiato con la bocca aperta, non tanto perchè mi serva, ma più per fare scena. sono pur sempre un solitario in mezzo ad uno spiazzo assolato, mi dico, e nel frattempo mi tolgo le cuffie. e appena mi tolgo le cuffie mi sento un abbaiare che mi arriva da dietro. è un abbaiare talmente insignificante, sebbene faccia intuire un tono intimidatorio da guardia, che nemmeno mi giro. continuo la mia pantomima di ragazzo solitario in mezzo allo spiazzo assolato e ventoso, finisco di cacciarmi l’ipod in tasca e aspetto che questo titano mi giri attorno e mi si metta davanti.
è un cane piccolo bianco e marrone, credo non sia di marca, è sicuramente di qualcuno perchè ha una medaglietta. e abbaia. mentre lui cerca di urlarmi qualcosa di cattivissimo io penso che non mi fa schifo. generalmente i cani piccoli mi sanno di inutilità, nervosismo e micro-machines. e questo qui lo guardo e capisco che è piccolo sì di taglia, ma soprattutto di età. cioè un ragazzetto che appena svezzato gli hanno detto: fai la guardia mi raccomando, e lui: certo, ci penso io! faccio la guardia a tutto e tutti, guardo sempre, guardo pure di notte, pure quando dormo, fidati di me! e da quel momento in poi non è successo niente. tutto ciò che c’era da guardare è rimasto uguale. il barcone dove vive il padrone ha sempre galleggiato, il cantiere più in là ha sempre continuato a fare rumore, e gli hangar davanti casa sono sempre rimasti davanti, molto avanti, anche troppo, per costituire una vera minaccia. finchè una mattina come tante, proprio al centro dello stesso spiazzo assolato e vuoto di sempre, si presenta una figura sconosciuta e temibilissima, un intero esercito di tartari tutto in una sola persona, il sottoscritto.
gli sorrido e gli dico ciao in tono amichevole. ma lui non vuole sembrare amichevole affatto e allora aggiungo: senti mi dispiace ma non mi fai paura, cioè non moltissima, diciamo un pò, il giusto... è che si vede che sei piccolo... si sente dalla voce che sei giovane, non c’hai la voce grossa però fortunatamente nemmeno quella isterica di un chihuaua o dei cani da borsetta. si vede che non sei un cane da borsetta e questo ti dovrebbe fare molto piacere, voglio dire, anche se sei piccolo è solo questione di tempo, poi cresci e di sicuro se ti incontro scappo. anzi te lo prometto. però adesso lasciami stare che rovini la scena dell’uomo solo in uno spiazzo battuto dal vento.
ma mentre io parlo, lui fondamentalmente non mi ascolta, continua ad urlarmi contro: ehi tu cattivaccio vai via! guarda che io non scherzo eh... guarda che io guardo... tu non hai idea di che cosa sono capace io quando guardo! io ti abbaio!
poi, ad un certo punto, proprio quando scendo dalla bici, il piccolo cerbero si zittisce, si mette di tre quarti e fa la faccia di attesa. è una faccia che è difficile da descrivere, diciamo che ha appena finito di promettermi una morte atroce, però evidentemente gli sto simpatico, del tipo io ti ammazzo, però prima giochiamo un pò dai. e allora mi piego un pò e gli dico bello! e lui scatta mettendosi a correre da qualche parte veloce. e io mi apro in un sorriso gigante pensando certo che se questo davvero fa le feste agli intrusi...
e da quel momento ogni passo che faccio lui mi sta dietro. salgo sul barcone, cerco le persone che speravo di trovare, non trovo nessuno, salgo al piano di sopra, mi fumo una sigaretta e gli racconto tutta la mia vita, riscendo e mi faccio un giro. e lui sempre dietro.
e anche quando mi avvio alla bici lui è lì che scodinzola e allora gli dico bob non ci siamo (bob c’è scritto sulla targhetta). io lo so che ti piaccio e ti faccio ridere e puzzo di intruso e ti lancio il bastone che ho preso esattamente davanti a te, praticamente sotto di te, e te lo lancio e tu lo vai a prendere e da quel momento lo consideri come la cosa più preziosa della terra, come se non ne avessi mai visto uno, come se ci fosse solo quello in tutto il mondo, cioè in tutto lo spiazzo. lo so che tu mi vuoi bene e te ne vuoi venire con me ma credimi, non è il caso. qui c’è gente che ha bisogno di te e poi con me ti annoi. io non ho niente da farti guardare. e in più c’ho tante cose da fare. tipo adesso devo tornare a casa e dare un’occhiata a facebook. tu che fai mentre io mi faccio una vita digitale? te lo dico io che fai, mi giri intorno un pò e poi ti stufi, e magari fai la cacca in mezzo alla cucina di carsten. e non saprei nemmeno dove metterti che poi prendo gli aerei, e ti ricordo che tu non sei un cane da borsetta... stattene qui, fidati, che stai sul canale e te ne stai tranquillo. poi tanto qualcuno da abbaiare sempre arriva.

7 commenti :

alessia ha detto...

Ragazzo solitario in mezzo a uno spiazzo, se Bob è quello nella foto ci sarà rimasto molto male a non essere considerato di marca, ma forse ha pensato la stessa cosa di te... Dog power!

Annamaria ha detto...

ma è bellissimissimo !!! :-)))

boccaccino ha detto...

ci siamo sottovalutati a vicenda. comunque fidati che pure se era di marca non lo sapeva.

eleonora ha detto...

c'ha proprio la faccia da cane biondo!
poi secodno me l'immagine del ragazzo solo con cane in uno spiazzo vuoto è anche meglio del ragazzo solo in uno spiazzo vuoto e basta!

giudaballerino ha detto...

Bello, è un racconto... come dire... spiazzante ;)

Anonimo ha detto...

io qui non c'ero mai stata
ci sono arrivata in tutta serendipity, felice di una giornata bella, e ho leggiucchiato prima e poi ho ricominciato per non perdermi qualcosa e adesso le volevo dire grazie, non solo lei fa delle foto meravigliose ma scrive bene e ha un che di ironico e sincero che oggi mi ha tirato su.
a presto.

boccaccino ha detto...

ma lei chi?

in ogni caso prego, si immagini...

:)