7 gennaio 2010

ridere e pregare.


un tizio che non mi ricordo come si chiama, col cappello di lana e il maglione nei jeans, mi chiede se ho freddo e io dico automaticamente sì. non tanto perchè abbia davvero freddo, ma perchè si vede che me lo aveva chiesto per iniziare a fare due chiacchiere. e se rispondo no poi sembro veramente scortese. tipo freddo eh? no! e me ne vado. insomma gli dico sì un pò, mentre mi avvicino togliendomi i guanti e il cappello che ho appena finito di fare una salita della madonna e quindi in effetti c’ho proprio caldo.
iniziamo a conversare di ovvietà e noto subito che lui mentre parla si muove un sacco. dapprima gesticola solo con le braccia e la faccia, poi dopo un minuto si scioglie di più sia nella parlantina che nei movimenti. al secondo minuto sembra un’esibizione di adriano celentano ai tempi belli. e tutto è molto cinematografico perchè siamo al centro di monte del lago soltanto io e lui. non c’è nessuno (a monte del lago non c’è nessuno per definizione). io fermo e lui di fronte che mi parla ballando della vita di un sessantanovenne in un posto da cui tutti sono fuggiti. e in questa scena,in effetti, grazie alla solitudine della nostra conversazione e il lago di sfondo, si nota anche che tutti sono fuggiti. tutto molto evocativo... faceva il pescatore. e questo mi fa sparire dalla testa l’idea che fosse un pò suonato. un uomo onesto, un uomo probo.
arriva il mio turno. devo parlare di me. adesso è importante far vedere che mi apro pure io. è importante dimostrare disponibilità. è importante indovinare il giusto linguaggio. allora mi sposto la fibia della borsa da una spalla all’altra, mettendola a tracolla, e inizio a gesticolare forte e random. sembro pulcinella. e mentre gesticolo gli dico che sto facendo un progetto sul trasimeno e lui mi da tre pugni in testa e io smetto. quando sente progetto e trasimeno nella stessa frase dice che il lago sta morendo, cala sempre più, che è tutta colpa della lorenzetti e altro che progetto. c’era un progetto per salvarlo il trasimeno e invece poi. è amareggiato, io lo capisco, o almeno ci provo. dopo qualche secondo di amarezza e silenzio da parte di entrambi si risveglia e mi dice che devo assolutamente fare una foto dentro la chiesa. c’è un quadro bellissimo, ce ne sono solo due al mondo, l’altro è in inghilterra gli pare. un cristo meraviglioso ed espressivo come pochi, che ti fa venir voglia di ridere e pregare. e me lo descrive naturalmente anche con tutto il corpo che può e poi guarda in alto come se a pensarci stesse entrando in una sorta di trance mistica. e io, mosso da questo suo fervore e volendolo compiacere, dico una cosa semplice ma carina che nemmeno mi ricordo per bene, tipo dev’essere un quadro molto importante. per la madonna! mi risponde distogliendo lo sguardo dal punto imprecisato che fissava nel cielo e sgranandomi gli occhi addosso. certo che è importante! io gli sorrido e gli chiedo se posso fare a lui una foto, che tanto la chiesa è chiusa. lui si immobilizza dritto dritto in mezzo alla strada. non un fiato. non un movimento. nemmeno respira. si pensava che le foto rubassero l’anima delle persone. certe volte la nascondono e basta.
al di là di tutto parliamo un altro pò di me e poi decidiamo che è ora di pranzo e ci salutiamo. ma mentre salgo verso la macchina lui si riaffaccia dalla stradina nella quale era entrato e mi dice di portare anche la fidanzata la prossima volta. ci provo, ma lavora a firenze, di solito non c’è. e lui, agitando le sue uniche due braccia (sempre troppo poche per le grandi affermazioni) in tutte le direzioni che gli vengono in mente, dice sorridente uno di quà e l’altra di là, eh? eh.

2 commenti :

Luigi ha detto...

la saggezza non è una cosa per tutti... bisogna averci almeno le capacità mistiche di shiva e otto braccia come kali. oppure aver fatto i pescatori...

Annamaria ha detto...

Grandissimo l'uomo dal maglioncino nei jeans che dispensa pugni in testa!!!!