9 gennaio 2009

un'incubatrice di aria calda a centoventi all'ora.

in effetti i super elastic bubble plastic sono una necessità musicale per me. e i live sono sempre rivelatori di certe cose. ogni tanto violenti incisivi e grezzi. essere coesi e forti dell'arte di arrangiarsi (in tutti e due i sensi). autoprodursi a testa alta. che poi pure io dovrei iniziare ad autoprodurmi, più di adesso almeno. adesso che non produco niente e penso che mi manca fare foto. come se invece facessi qualcosaltro. e allora facciamo che prendo diecimila euro mi aggiorno l'attrezzatura, mi compro una giacca marrone e un paio di scarponcini di pelle per la credibilità e vado in georgia. e faccio delle foto belle che poi ci vinco il world press photo. cazzo! a proposito! mi devo assolutamente ricordare di inviare le foto quest'anno che tra un pò scade. l'anno scorso non l'ho fatto perchè parliamoci chiaro. ma quest'anno ci parliamo ancora più chiaro e non solo partecipo, ma vinco pure, perchè si tratta del concorso più importante serio e trasparente del mondo. dicono. chissà miriam che ne pensa. magari le storie che mando io non valgono niente, però le foto sono belle e in fondo secondo me non troppo più brutte di alcune che poi hanno vinto. però lei magari pensa che sì sono belle, ma porca miseria è il world press photo, non ti puoi presentare con le barzellette. però non me lo dice perchè lo sa che ci rimarrei male e in fondo non c'è molto da dire. lo sappiamo già come stanno le cose e io non la sveglio che come al solito si è addormentata a corciano. e forse abbiamo pure un pò litigato e da che ci siamo messi in macchina a perugia non abbiamo parlato per niente. e in realtà nemmeno prima perchè io dovevo essere assorto nei miei pensieri che a quest'ora di notte un pò sono sogni anche se stai guidando e sei sveglio. fa freddo freddo quando si arriva alla zona del lago però non te ne accorgi perchè in macchina bruci petrolio, hai il cappello di lana e ti senti ovattato in questa incubatrice di aria calda a centoventi all'ora.
e poi un culo. in mezzo alla strada. la superstrada. un culo enorme che corre, fortunatamente nel senso di marcia, ma molto più lento dell'ammasso di lamiere che gli sta per andare addosso. la superstrada è buia e l'unica luce la fanno i fari che all'inizio non distinguono bene questo culo però io freno lo stesso, per paura. e incredulità. l'inerzia sveglia pure miriam che dice "che c'è" inspirando. rallento tanto e non dico niente perchè ancora non ci credo, perchè sembra un film e la prima cosa che penso è che ci vorrebbe una foto. ma io sto guidando (non è mai stato un grosso problema) e la macchinetta è in quel buco nero che è la borsa di miriam, quindi niente foto. davanti a noi c'è il culo di un cerbiatto che corre. andrà più o meno a cinquanta. in mezzo a una strada. in direzione siena.
cioè: due gradi sotto zero, buio nero, una colata di asfalto che attraversa l'umbria con uno spartitraffico grigio in mezzo e due barriere di metallo ai lati che significano chiaramente "state lontani cervi e affini, restate nel verde circostante". due lucette che viste da lontano sono piccole piccole ma avanzano veloce veloce facendo rumore davanti e puzza dietro. a guidare le lucette un tizio mezzo immerso in pensieri tutt'altro che bucolici e subito davanti, al centro di tutto, una bestia che ha contemporaneamente zoccoli e tenerezza.
subito quattro frecce per le tre auto che arrivano da lontano. il nostro sopraggiungere spaventa il cerbiatto ma non lo dirotta: continua verso siena, un pò accellera, e io mi preoccupo un pò perchè le tre auto che arrivano da lontano non penserebbero mai che io ho rallentato così bruscamente perchè sono riuscito a vedere un cerbiatto nel buio che adesso continua a corrermi davanti. e magari nel sorpassarmi tirano sotto il bambi senese.
mi sa che la prima cosa che ho detto l'ho detta in questo momento ed è tipo oddio. vuol dire che sono definitivamente uscito dall'incredulità e che, bando all'atmosfera onirica del torpore di un'auto nella notte, bisogna che sto bambi sopravviva. miriam è in punta al sedile con la testa nel parabrezza, mi tira il cappotto e mi dice "buttalo a destra! buttalo a destra!" o qualcosa del genere. all'inizio mi sa tanto di speronalo, poi capisco che, ancora una volta, la mia coinquilina riesce ad essere più lucida di me anche appena sveglia. mi metto un pò alla sinistra del giovane similcervo che subito, con l'espressione "sì vabbè, ti faccio passare cafone con l'auto grossa", libera la strada superando il guardrail e scomparendo nel nero. le macchine che arrivano da lontano si erano intanto avvicinate e avevano assistito alla scena, ma velocemente. io invece ero ancora a cinquanta e ridico oddio. riprendo velocità piano, guardo miriam che sorride e la prima uscita è la nostra. passignano est.

8 commenti :

mattia ha detto...

è arrivata l'ora che i cerbiatti,le mucche e le pecore imparino un po di codice stradale.

Anonimo ha detto...

io sono sempre più lucida di te, che poco pragmaticamente ti eri fissato sul culo del bambi senza pensare alla sua morte imminente. che avventura.

Unknown ha detto...

ma allora i bambi esistono davvero!!gli hai chiesto come sta la mamma?dice che aveva avuto problemi con un incendio..

Annamaria ha detto...

uffi lo voglio incontrare pure io bambi!!! :)

Luigi ha detto...

non credo di dire niente di nuovo se ti faccio notare quanto sai essere espressivo e coinvolgente per iscritto. sarà l'età, sarà che sono appena rientrato in casa e sulla mia di strada, a parte qualche goccia d'acqua, non c'era nessun prodigio della natura e della vita. magari dovresti scrivere con più costanza in questo o in altri contenitori, magari è tutta una questione di pigrizia. non so, io me ne vado a dormire. ma stasera penserò all'avventura che ho appena letto e sarà tutto un altro sogno.

boccaccino ha detto...

grazie mille. hai ragione e ho deciso che da domani terrò una rubrica fissa su internazionale.

Luigi ha detto...

e cos'è la fanzine dell'inter?

Unknown ha detto...

sono volgare se penso "bambi, polenta, sugo"...oddio sono un mostro!!!ahhhh