ma che ci devi fare con queste fotografie? e se c’è qualche latitante qui al mercato che fa? che tu gli fai le fotografie. che fa? poi ti sequestra la macchinetta! perchè devi capire che qui non sei a napoli, che sei in sicilia.
io c’ho sonno, ma veramente c’ho sonno. qui a mazara la gente non dorme mai. quelli che pescano di notte, che pescano di giorno, che fanno le aste il pomeriggio e il mercato alle sei di mattina. io c’ho sonno. e a dirla tutta non me ne frega molto dei latitanti. non sto cercando latitanti, possono continuare a latitare per quello che mi riguarda. io sto solo cercando di fare qualche foto di mare. e poi se capita un latitante cercherò di convincerlo a chiudere un occhio. la prego il sequestro no. che sono tempi difficili per tutti. non è per mancanza di rispetto per le istituzioni, capisco i provvedimenti amministrativi che ci sono in questi casi, signor latitante, ma io sto solo lavorando. c’ho famiglia. no, in effetti non ancora, ma ci sto lavorando. cioè la situazione in cui ci troviamo, il lavoro interinale, gli amori interinali, le foto interinali… se solo avesse la bontà di chiudere un occhio che io non volevo assolutamente.
e poi finisce pure che napoli diventa milano.
e mentre sto in mezzo al mercato sento urlare e mi giro e c’è uno dalla parte opposta che dice vieni qui. e ci sono tipo cento persone e mi sono girato solo io e quindi mi sento che sono proprio io quello che devo andare e vado.
e questo tipo c’ha una ruga in mezzo alla fronte, una ruga da combattimento, e prima ancora che gli sono vicino già inizia tutto il papiello chi sei e che fai con la macchinetta e mi hai fatto la foto a mìa? e io dico tranquillo che sto facendo foto in giro e quindi forse sì, non saprei, che sto facendo questo documentario, questo reportage.
io però non ci voglio stare nel documentario perchè se poi ci sto ti veniamo a prendere che per farmi la fotografia tu mi devi chiedere l’autorizzazione che la privacy è una cosa che non si tocca.
ma sì sì tranquillo che non ti faccio venire in fotografia, c’hai ragione. se qualcuno non vuole venire nelle foto me lo dice e che problema c’è, ognuno c’ha tutto il diritto di dire no.
si che poi non si sa mai che foto sono che io non voglio stare in cose compromettenti.
ma che compromettenti, io sto cercando solo di fare foto alla gente che lavora. che lavora onestamente.
e devo aver detto qualcosa di giusto perchè la ruga da combattimento si scioglie e mi batte sulla spalla e dice più onesto di così!
e poi allora si interessa e io gli dico che mi voglio imbarcare e lui dice vediamo se conosco qualcuno e finisce tutto a tarallucci e vino. ecco, a dire la verità finisce tutto a gamberi crudi. che poi mi sa più giusto dire vivi.
e il giorno dopo tornavo a casa e sento chiamare robertino! e stavolta in mezzo alla strada c’ero solo io allora mi giro per forza e c’è lui che esce da un bar che mi vuole salutare e mi chiede se sono stato in capitaneria e mi fa tutto un discorso assurdo che nemmeno mi ricordo su come comportarmi con questa storia delle carte e l’autorizzazione e gli armatori e pantelleria e i pescherecci e ancora le carte e il comandante e gli sbirri e i pescatori e le richieste e gli armatori. e poi vuole il mio biglietto da visita così mi chiama quando ha novità, che adesso si informa, e io però me li sono scordati in stanza e lui dice li devi tenere dietro, sei reportage, li devi tenere per forza...
2 commenti :
se sei reportage, li devi tenere sempre dietro sti biglietti, cometelodevodire. che uno anche qua, in palestina, senza un biglietto, non è nessuno.
come vedi, ti leggo anche da oltremare, oggi che ho un pò di tempo, che è shabbat e c'è la partita dell'argentina ( ma a gerusalemme est tutti tifano germania, diosolosaperchè)....
baci da est
esther
esther a est. lo so che mi segui ovunque da ovunque! come faresti senza nu picciotto come a mìa da pigghiare po'o culo? :)
e fortunatamente questa volta ti posso seguire pure io...(grazie)
un bacione
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