lì davanti a tutti ci arrivo facendomi largo tra le persone e più mi faccio largo più la gente mi guarda e io inizio un pò ad imbarazzarmi. poi stringo la mano a questo ragazzo con la camicia bianca e l’aria simpatica che mi consegna una busta, delle carte e un paio di libri e poi mi guarda in faccia e fa un passo indietro e intorno si fa un pò silenzio. e io guardo solo un attimo la gente in quella stanza e poi riguardo subito il ragazzo e dico: mi dispiace ma non parlo danese, quindi temo di non aver capito una parola a parte il mio nome. come al solito tutto si risolve in una risata generale e rido pure io perchè mi piace fare la parte dell’italiano e il ragazzo con la camicia bianca mi dice: sei il vincitore del terzo premio. e io lo avevo immaginato in effetti. cioè siamo alla premiazione di un concorso organizzato nell’ambito del copenhagen photo festival, ci sono dieci foto esposte, selezionate tra cinquecento, stampate molto bene e molto grandi, una di queste è la mia, vanno premiati i primi tre e io sono il primo che chiamano. insomma in effetti ci ero arrivato anche da solo ma fare la scenetta rompe il ghiaccio, dà soddisfazione e soprattutto vale come cosa detta. nel senso che poi se non dici nient’altro in fondo va bene lo stesso. e infatti io ringrazio very much e mi sto zitto e aspetto che il tipo finisca di tessere le mie lodi e dire di andare a vedere il mio sito che è molto bello e la serie sulla lettonia bla bla e io intanto sorrido e poi annuisco qua e là come se fossi d’accordo. ma in realtà sono d’accordo solo a metà perchè non è possibile che io devo venire qui per mandare una foto a cazzo e ricevere un terzo premio e avere cinquecento stampe fotografiche gratis e la mia foto montata cento per settanta che si vende a mille euro e mi fanno vincere anche se sono uno straniero arrivato l’altroieri. cioè non vale che lo devo fare qui, a milleseicentoventisette chilometri da dove vivevo prima. che senso ha? e poi non vale anche perchè qui vuol dire fare il doppio del lavoro che fa un danese per arrivare allo stesso punto, o sicuramente il doppio delle rinunce. quante stampe fotografiche dovrei vincere ancora per coprire milleseicentoventisette chilometri? non si potrebbe vincere anche in italia? dico solo il premio, senza stampe, che tanto non ci sarebbero chilometri da riempire. solo il premio come soddisfazione, che uno manda le foto, ti telefonano e ti dicono bravo, si’ gruoss.
i biondi sono solo molto gentili, non hanno colpa, anzi nel mio caso hanno solo meriti e quindi mi pare il caso di continuare ad annuire fino alla fine del panegirico. poi ringrazio di nuovo very much e me ne ritorno da dove ero venuto facendomi largo piano piano tra le persone e più mi faccio largo più la gente mi guarda. e penso che due parole avrei potuto pure dirle.
[oh, mi è stato suggerito di chiarire che la foto premiata non è quella in cima al post ma un'altra che non ho messo perchè mi sa che già l'ho utilizzata nel blog. anche se adesso in effetti non la ritrovo. in ogni caso è quella della mia homepage.]
6 commenti :
bravo robbè, sì gruoss!!
e qua ti tocca impara' il biondo! niente di complicato per carità, quelle tre quattro frasi che ti possono servire mo che diventi uno gruoss' in danimarchia. tipo, non me l'aspettavo proprio, la danimarca è bellissima, sai che questa sera ho ricevuto un premio importantissimo, scusi la ragazza non me lo aveva mica detto che era sua moglie... cose così!
si può tornare utile...!
e comunque sì gruoss veramente, e i biondi se ne sono accorti prima di altri...
...sì gruoss e io, personalmente, lo sapevo da prima che se ne accorgessero i biondi...solo che non avevo stampe gratis da regalarti. Viva le società evolute! Viva i biondi!
allora cominciamo l'asta per portare giù la foto! chiedi un pò le poste bionde quanto costano...
Evviva i biondi con i capelli fini! Grande, robé, noi l'abbiamo sempre saputo, però eravamo un po' meno forniti di premi...ti voglio bene!!
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