10 settembre 2009

qui nessuno mi interrompe mentre parlo.

il corso che frequento ad aarhus si chiama advanced visual storytelling, che tradotto sarebbe tipo raccontare le storie con le immagini per gente che un pò già lo sa fare. e in certo qual modo sta funzionando ma forse non nel modo esatto in cui dovrebbe. sono a billund e il mio obiettivo è di raccontare la storia di questo posto. non certo la storia in maniera assoluta ma una storia che mi sto inventando io che ha come protagonisti gli abitanti di questo posto e tutto è ambientato in strada, in esterni, palazzi da fuori e speriamo che il tempo regge ancora. insomma l’idea mi si delinea sempre di più in testa. più materiale raccolgo più capisco come voglio raccontarla questa storia. ma ritorniamo al fatto che gli insegnamenti del corso funzionano un pò a modo loro. quello che accade da un pò di giorni a questa parte è che io cerco di conoscere le persone e capire come vedono il mondo fuori, dove comincia l’orizzonte, se il sole sorge e tramonta solo a billund, come i figli crescono e dove vanno se vogliono scappare di casa. e allora ci sediamo, mi capita spesso, e io comincio a parlare di quello che sto facendo, perchè lo sto facendo, che cosa voglio, da dove vengo, come vedo il mio mondo fuori e dove comincia l’orizzonte. generalmente non parlo del sole perchè non si tratta di una cosa personale, non ne so abbastanza io del sole. e succede che durante questa spiegazione del mio punto di vista la gente fa facce strane o, peggio ancora, resta immobile senza nessun impulso, e allora mi vedo costretto ad argomentare, a rispondere a tutte queste domande che c’hanno tatuate sulla faccia. tranquilli pacifici abitanti di billund. tranquillo capo ufficio marketing stampa pubbliche relazioni lego che non mi vuoi far entrare nella fabbrica che qualcun’altro mi ha detto che forse state producendo qualcosa di nuovo e segreto. tranquilla kirsten che sono quarantanni che lavori alla lego idea house e la lego è la tua famiglia e billund è il tuo nido. tranquilli. è una storia senza nemici, perchè parla quasi solo dell’uomo e dove l’uomo vede solo se stesso difficilmente accetta di riconoscere nemici. ma anche se non ci sono questi nemici è una bella storia. e si racconta in un minuto. tutto parte e finisce subito. domanda e risposta senza aspettare. anche se poi mi piacerebbe che la risposta un pò ti gira dentro nei dieci minuti successivi alla fine del minuto-racconto.
quello che sto cercando di dire è che effettivamente questa cosa di raccontare le storie funziona bene, ma finisce sempre che inizio a presentarmi e poi continuo a parlare io e c’ho decine di megabyte con la mia voce che dice più o meno le stesse cose a persone diverse che ascoltano molto interessate e alla fine se ne vanno con aria soddisfatta. forse è perchè qui nessuno mi interrompe mentre parlo.

2 commenti :

Luigi ha detto...

i non-mediterranei sono un po' come gli omini della lego.

eleonora ha detto...

l'abbiamo sempre fatto per te, se non ti avessimo interrotto sempre adesso faresti il parlatore invece del fotografo...prego roberto, non c'è di che!!