27 febbraio 2010

qui a volersi perdere si fa presto.

 

forse l’ho detto altre volte. ma a me i ritorni non mi piacciono mai. che pure se sto tornando in un posto dove in realtà mi ci sono trasferito da una settimana, quindi si può pure dire che ci sto andando, non tornando, mi sento sempre un pò di merda. non molto. un pò. ed entro in metropolitana e penso che visto che sono stato a londra cinque giorni a far foto, ho seguito una band che non è una band qualunque, sono stato da foto8, sono stato bene da mettersi a piangere, ho un blog, insomma viste tutte queste cose stavo pensando. poi però smetto che ci sono delle bionde sedute e io mi avvicino tanto per farmi ignorare meglio. e loro scendono alla fermata successiva e io mi siedo al posto loro. e riprendo a pensare. mentre cerco di capire quale può essere un buon modo di raccontare la bellezza nel costruire le cose e la bellezza nel veder fare tutto questo salgono altre due bionde che si siedono al sedile di fianco al mio dove trovano uno zaino lasciato lì e mi chiedono pure se è il mio e io mi sveglio dico no. allora la metro riparte e si capisce che è stato lasciato lì proprio da una delle bionde originarie. arriva una tipa che dice qualcosa, forse è il caso di lasciarlo alla prima stazione a qualcuno. che c’è dentro? c’è tutto. dal computer al portafogli. da astucci femmina al passaporto. io guardo tutta la scena e già mi chiedo com’è possibile che la gente perda i passaporti, ma soprattutto i computer... biondi... il tempo di un’altra fermata e arrivano consigli da tutta la carrozza su quale tessera è meglio per rintracciare più velocemente la proprietaria. un tipo si avvicina e dice cose con fare di chi ne capisce. un’altra prende l’iphone e inizia ad appuntarsi cose varie sulla vita privata di questa. le due bionde che hanno trovato lo zaino intanto chiamano un centralino per farsi dire qual’è il numero corrispondente all’indirizzo. lo trovano. inizio ad essere sconcertato per tanto senso civico. quasi quasi ho paura. alla terza fermata, un attimo prima che le ragazze contattassero la famiglia della sventurata entra al volo un tipo della metropolitana. con la divisa e tutto il resto. ha l’aria di avere fretta, deve fare presto per riuscire ad uscire senza intralciare il normale scorrere di un treno senza conducente. entra guardandosi intorno, fissa lo zaino, ci si dirige e dice è questo lo zaino che è stato smarrito? le ragazze lo guardano e dicono meno male che sei arrivato che stavamo chiamando. sì è questo. il tipo prende lo zaino ed esce veloce. e a quel punto tutta la gente si rilassa e ciò che era perso è stato ritrovato e le bionde riprendono la loro conversazione senza commenti. poi una di loro mi fissa e io mi rendo conto di avere una faccia tipo totem della guerra. quelli paurosi e impauriti. ero tipo pietrificato, allora poi mi sciolgo e penso che io c’ho provato a pensare a qualcosa nel frattempo. a concentrarmi su qualcosa di londra. ma proprio no. l’unica cosa che mi veniva in mente è che pure io volevo perdermi. così. tanto per stare al centro dell’attenzione.

5 commenti :

mattia ha detto...

stai dicendo che uno zaino riceve più affetto di te?

eleonora ha detto...

per attirare l'attenzione potevi cominciare a fare quei rumori ripetitivi e fastidiosissimi che fai quando stai con noi che non siamo biondi....

AntonioZag ha detto...

di che colore era lo zaino? era grande? Era molto pieno?

boccaccino ha detto...

credo che lo zaino fosse di colore standard. color zaino. pieno il giusto. e sì, riceveva molto più affetto di me. almeno cinque libre in più.

Luigi ha detto...

io ho perso il passaporto a ottobre in turchia e ancora non me lo hanno riportato. merito di essere voluto bene un pochino?