26 febbraio 2009

pubblico qualcosa di non nuovo perchè in realtà non ho tempo e testa per scrivere qualcosa ora.

lo sappiamo benissimo come andranno le cose matti'. uno si sveglia presto, prima degli altri in casa. fa ancora freddo freddo perchè saranno le sette ed è febbraio. e ti svegli perchè devi fare qualcosa che quando capisci che è mattina è l'ultima che vuoi fare. però dentro di te c'è la convinzione che se vai succede qualcosa di buono mentre le coperte a casa si raffredderebbero comunque. ti alzi e fai un caffè che vorrai tra dieci minuti e sarà pronto. la cucina è la stanza più piccola della casa, mediamente sporca, con una finestra che occupa quasi una parete e si apre male. di luce ne entra tanta ma è piatta, non fa ombre perchè saranno le sette ed è febbraio. anzi non è la luce che entra, ma l'aria pesante e fredda della mattina presto che si porta dietro pure quello che uno in certi posti considera l'alba.
alzi lo schermo del portatile che si sveglia pure lui, su google, e tu pensi che nemmeno oggi sembra essere cambiato niente. ma google è solo una copertina bianca e quello chè c'e sotto dicono cambi tutti i giorni e tutti i giorni sia nuovo. anche se secondo me si sposta e basta.
mentre butti il caffè nella tazzina pensi che è giovedì, che è il giorno prima di quello in cui uno è automaticamente felice per il sabato. anche se non vai più a scuola da anni e il sabato è solo una giornata come il mercoledì o il martedì. però di solito il sabato c'è il sole per permettere a chi fa vacanza di riposarsi e credere che davvero lo sta facendo, visitare una città a un'ora e mezza di macchina, fare tre foto luminose alla fidanzata con la quale fare l'amore la stessa sera. e tu un pò sei contento matti' perchè se sabato c'è il sole ti ricorda aprile. il quarto d'ora dedicato a capire la mattina è finito. sei ufficialmente in ritardo e il silenzio che hai mantenuto fino a questo momento piano piano si infrange nel lavandino del bagno che è la seconda stanza più piccola della casa. un pò meno sporca della cucina e con una finestra piccolissima dalla quale non entra luce perchè di là c'è un muro. e mentre ti lavi i denti ti infili bene le scarpe e poi in camera tua di nuovo, con la maglia a metà, inizi a ricordarti dove hai parcheggiato. ma non ti preoccupare matti', che fare un esame nove volte vuol dire che non molli, che tra qualche ora farà più caldo e quando la gente si sveglierà tu potrai dire io c'ero.


tutti quanti stiamo facendo una prova di come potrebbe essere la vita. tipo un assaggino piccolo. (questa è diventata la ragione degli stage credo, provare noi il mondo, non il contrario che tanto è inutile). solo che non sento nessuno che è entusiasta. quindi mi sa che non ci rimane che da darci alla piromania.


nota fotografica: nell'immagine sopra è il cartello che è storto, non un difetto ottico. lo giuro.

4 commenti :

mattia ha detto...

e chi molla.un giorno tornerà a fare caldo

eleonora ha detto...

ma come ma mattia è tra i soggetti principali del tuo blog?
sarai gay?
complimenti robbertì!!i tuoi racconti mi incantano sempre!!

mattia ha detto...

ormai è tutto gayismo per te.

Annamaria ha detto...

mattia com'è andato l'esame?
eh si è solo uno stage di vita...poi c assumono...chissà dove.......chissà quando......